sabato 14 dicembre 2013

Finale Ligure, allarme bocconi avvelenati sulla passeggiata: proprietari di cane attenzione


Da ieri proprietari di cane in allarme a Finale Ligure. Sembra infatti che sia stato trovato un boccone che potrebbe essere avvelenato sul lungomare, nei pressi dell'hotel Boncardo.
La voce è prima corsa in breve tempo attraverso i social network e poi per le vie di Finale tra chiunque avesse un quattro zampe al guinzaglio. Secondo i rumors sarebbe stata trovata una polpetta di carne contenente polvere gialla sospetta. Insomma, niente che un normale cane non mangerebbe se trovasse per strada.
Sempre secondo le voci raccolte in giro il boccone sarebbe stato ritrovato a bordo lungomare, sotto un siepe, uno dei luoghi privilegiati per annusate e conseguenti bisogni canini.
Il consiglio, almeno per questi giorni, è di tenere i cani sempre al guinzaglio e controllare se l'animale si sofferma troppo in un punto oppure mangia qualcosa di sospetto.

(http://www.savonanews.it)

sabato 7 dicembre 2013

Emilia Romagna, Wwf: "La convivenza col lupo è possibile"

immagine da web

Una conferenza stampa del WWF di presentazione dei dati di distribuzione del lupo in Regione, delle buone pratiche di convivenza e di divulgazione

Alla luce dei recenti casi di avvistamenti di lupi a ridosso dei centri urbani e del taglio a volte allarmistico di molti mezzi d'informazione, la Sezione regionale del WWF Emilia-Romagna ha illustrato i più recenti dati sull’espansione della specie nel nostro Appennino, in occasione di un’affollata conferenza stampa sabato 7 dicembre 2013.

Ricercatori, amministratori pubblici, esperti di comunicazione, cacciatori e allevatori hanno presentato le complesse dinamiche connesse alla presenza del lupo sul nostro territorio e risposto alle domande dei giornalisti, allo scopo di favorire il più possibile la diffusione di una corretta divulgazione sul tema.

Presentati dal Presidente della Sezione Regionale Marco Galaverni, sono intervenuti: Maria Luisa Zanni (Responsabile Progetto Lupo, Assessorato Agricoltura Regione Emilia Romagna), Davide Palumbo (Biologo grandi carnivori), Willy Reggioni (Wolf Apennine Center), Elisa Berti (Centro Recupero Fauna Selvatica Monte Adone), Virgilio Donati (Consigliere regionale URCA) e Sara Branchini (Centro Antartide).
Con le ultime stime che parlano di circa 200 esemplari in Regione, raggruppati in circa 40 branchi, il numero di lupi in Emilia Romagna è destinato ad assestarsi presto. Quasi tutte le zone idonee dal punto di vista ambientale, infatti, sono state colonizzate, e la struttura territoriale dei branchi fa sì che il loro numero non possa aumentare esponenzialmente.

I recenti avvistamenti di esemplari a ridosso dei centri abitati non devono spaventare. Già da diversi anni è stata segnalata la presenza stabile di due famiglie di lupi ad alcuni chilometri da Bologna, ad esempio, senza che ciò abbia causato particolari problemi. I lupi sono schivi nei confronti dell’uomo, tanto che avvistarli è ancora un evento raro, ma eventuali incontri vanno presi con la dovuta cautela, specialmente in presenza di prede o cuccioli.

Seguendo il loro ciclo biologico, nel periodo autunnale i giovani lupi spesso lasciano il branco natio per cercare nuovi territori. In queste esplorazioni è possibile che, seguendo le loro prede naturali (cinghiali e caprioli, principalmente), si spingano in prossimità dei centri urbani, finendo talvolta vittime di incidenti stradali, come quello –tragico- di due giorni fa, che è costato la vita ad un automobilista.
Per prevenire tali incidenti, molto più comunemente causati da caprioli o altri ungulati selvatici, è indispensabile la realizzazione di sistemi di dissuasione e di adeguate protezioni delle carreggiate autostradali, come già avviene in molti altri paesi, ad esempio Svezia e Stati Uniti, combinati a ponti e sottopassi per l’attraversamento della fauna.
Gli episodi di predazione su bestiame domestico, che rappresenta una parte minima della dieta del lupo in Emilia Romagna, sono limitati e circostanziati. Le ultime stime dei danni ascrivibili a cani e lupi (che la legge regionale rimborsa pienamente in entrambi i casi) ammontano a poco più del 5% del totale dei rimborsi per danni causati da fauna selvatica. Ovvero circa la metà rispetto al meno temuto picchio, o un terzo rispetto alla lepre.

Quello che invece non si arresta è il fenomeno del bracconaggio, ancora forte anche nel nostro territorio. Si stima che circa il 20% dei lupi finiscano ancora vittima di lacci e bocconi avvelenati, oppure di armi da fuoco. Ciò significa decine di lupi uccisi illegalmente ogni anno. Sono quindi necessari tutti gli sforzi per prevenire il bracconaggio e favorire una pacifica convivenza tra uomini e lupi, in quanto elemento essenziale per gli equilibri dell’ecosistema.

Pertanto è fondamentale una corretta comunicazione per non ingenerare meccanismi di timore che possano contrastare ulteriormente il già difficile mantenimento della attività legate ai territori collinari e montani. Serve anzi favorire quelle iniziative di educazione ambientale e turismo naturalistico (che vede sempre più appassionati alla ricerca delle tracce del lupo) che possano rilanciare l’economia della montagna e una migliore conoscenza del valore inestimabile della natura di casa nostra.
(fonte: WWF)

martedì 3 dicembre 2013

Tornano in Italia orsi, camosci, foche, grifoni e falchi

(AGI) - Roma - Orsi, camosci, foche, ma anche grifoni e falchi pescatori. Sono questi i "big five" che hanno fatto il loro ritorno in grande stile nelle nostre montagne, sulle nostre coste, nei nostri mari, grazie alla ricerca scientifica e alle conoscenze sul campo acquisite e applicate nelle aree protette italiane. Numeri e storie importanti legati all'eccellenza scientifica italiana che sono stati presentati oggi durante il Convegno "I Parchi incontrano la scienza" che si e' tenuto a Roma. Sono oltre 1.700 le ricerche selezionate, tra i 4.000 studi scientifici realizzati nel grande laboratorio open air offerto dal sistema delle aree protette italiane: 6.000 chilometri percorsi, 54 esperti e tecnici coinvolti e 23 persone di riferimento sul territorio. "I parchi non sono conservazione statica, ma anche ricerca scientifica applicata al ritorno della massima biodiversita' possibile nella penisola", ha spiegato il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri. "La ricerca e' parte essenziale dell'innovazione legata al territorio che e' il 'marchio di fabbrica' della green economy. E la ricerca italiana in campo ambientale ed ecologico e' tra le piu' interessanti, dal punto di vista dei risultati gestionali delle aree protette e in generale della biodiversita'", ha aggiunto. Durante il convegno sono stati presentati alcuni esempi di eccellenza, a testimoniare il successo di tutela e ricerca. Tra questi, il ritorno del Grifone in Sicilia, dove era considerato ormai estinto dagli anni Sessanta. Scomparso a causa dei bocconi avvelenati disseminati all' epoca legalmente sul territorio, e' oggi possibile di nuovo osservarlo mentre sorvola i Nebrodi, la piu' grande area protetta della Sicilia. Risiedono ormai sull'sola 30 coppie, originarie da alcuni esemplari reintrodotti dalla Spagna. "Le aree protette hanno dimostrato una notevole capacita' di realizzare progetti e azioni per proteggere la natura", ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza presidente nazionale di Legambiente. "E' merito dei parchi se oggi alcune di queste specie prioritarie non sono piu' a rischio e altre sono state reintrodotte con successo, e soprattutto se il nostro e' tra i Paesi piu' ricchi di biodiversita' in Europa", ha concluso.

sabato 30 novembre 2013

SOS attivismo!


Salve, sono il creatore del progetto OBA (osservatorio sui bocconi avvelenati), Antonio Cinque. Grazie a tutti voi, e a tanti altri che in questi anni mi hanno contattato privatamente, OBA ha avviato un monitorare del territorio riguardo l'annoso problema dei bocconi avvelenati.

Oggi vogliamo fare un passo in più: il nostro progetto tende ad estendersi per bene a livello nazionale, regione per regione; attraverso l'attività costante dei tanti attivisti (singoli o associati), volenterosi, che intendono contribuire attivamente alla tutela dei nostri piccoli amici. Ognuno di voi può essere prezioso. Ognuno di voi può contribuire a salvare molti animali, tenendo presente che questo problema interessa da vicino anche la nostra incolumità e quella dei nostri figli.

Chiunque intende darci una mano nella creazione di una vera e propria rete 'attivista' nazionale e/o segnalare (come in tanti già fate) gli eventuali casi di avvelenamento e presenza di bocconi, può contattarmi qui: antoniocinque@outlook.com

Grazie per l'attenzione,
un abbraccio a tutti voi

Antonio Cinque

martedì 19 febbraio 2013

Quattro cani uccisi con bocconi avvelenati in pochi giorni

immagine da web
E' allarme in un quartiere dell'immediata periferia di Arezzo dove si stanno verificando frequenti casi di cani morti per avvelenamento. L'ultimo oggi quando una bestiola e' morta poco prima delle 13 a causa di un boccone trovato nei giardini pubblici di fronte a un centro commerciale, frequentanti da mamme e bambini.

Si tratta del quarto decesso in pochi giorni. Il presidente dell'associazione Nature and Horse Antonio Rauti ha indetto una riunione straordinaria dei 419 soci dell'associazione finalizzata a creare un gruppo di volontari disponibili a creare ronde per individuare ulteriori bocconi avvelenati ed eventuali avvelenatori.